Cina una crisi d’acciaio Dopo il mattone un nuovo corto circuito

Nell’ombra delle vibranti metropoli cinesi si cela un’altra crisi silenziosa ma profonda. Dopo il crollo del settore immobiliare, ora è l’acciaio a segnare il passo, rivelando tensioni e sfide ancora più complesse. La Cina, leader mondiale nella produzione di acciaio, si trova di fronte a un bivio cruciale: mantenere il predominio o affrontare le conseguenze di scelte fatte troppo in fretta. La domanda è: quale futuro attende il colosso asiatico?

Un Paese, tanti mali. Il volto oscuro della Cina nasconde un’altra crisi, profonda. Forse è ancora presto per parlare di declino, di strada a senso unico, di quadro irreversibile. Fatto sta che dopo il mattone, è il turno dell’acciaio. Premessa: la Cina è oggi il primo produttore mondiale di acciaio, anche grazie a prezzi più competitivi rispetto alle altre industrie, a discapito, però, della qualità. Eppure nella siderurgia cinese qualcosa si è inceppato. I segnali c’erano, anche se erano ancora timidi. Adesso, però, ci sono i numeri a trasformare la sensazione in una certezza. Secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica della Cina, le aziende siderurgiche cinesi hanno ridotto la produzione di acciaio del 6,9% a maggio 2025 rispetto a maggio 2024, attestandosi a 86,55 milioni di tonnellate prodotte. 🔗 Leggi su Formiche.net

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