Come si reinsegna il Tequila dopo gli anni Novanta-Duemila
Se venticinque anni fa qualcuno al bar cercava di parlarvi di terroir nel Tequila, probabilmente sareste rimasti perplessi. All'epoca, il nostro distillato preferito era ancora visto come una vodka aromatizzata, da accompagnare con sale e limone. Oggi, invece, il Tequila si reinventa, valorizzando le sue origini e il suo carattere unico. Ma come si è arrivati a questa trasformazione? Scopriamolo insieme, perché il vero gusto del Tequila si riscopre solo ascoltando la sua storia.
Cos’avreste detto se venticinque anni fa qualcuno al bancone di un bar avesse cercato di parlarvi del terroir nel Tequila? Dipende dal bancone, certo, ma sarebbe stato piuttosto difficile anche trovare il distillato adatto a spiegare il concetto, perché allora in Italia il Tequila 100% Agave arrivava a malapena e quello che si trovava era percepito più o meno come una variante della vodka, solo che era messicano quindi lo si beveva con sale e limone. Una cosa così. Fatto sta che quei Tequila, quella miscelazione e anche quel modo di “bere per bere” si sono lasciati dietro una quantità di gente che al gusto del Tequila associa soltanto il mal di stomaco. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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Agave per cena | Come si reinsegna il Tequila dopo gli anni Novanta-Duemila.
Anni Novanta mania: i dieci dischi più amati di sempre da riascoltare - Difficile da scrivere per chi in quel periodo ci è nato e con quello spirito, altamente pop e colorato, ci è cresciuto. Da cosmopolitan.com