Colpire Teheran per zittire Gaza

Le bombe su Teheran hanno scolpito un’immagine di forza e determinazione, ma a quale costo? Mentre Gaza rimane nascosta nell’ombra dell’ingiustizia, la scena internazionale si concentra su un messaggio mediatico che potrebbe nascondere ben altri obiettivi. La guerra non è mai solo un conflitto di armi; è anche una battaglia di percezioni e silenzi. È il momento di chiedersi: fino a quando continueremo a chiudere gli occhi?

Le bombe israeliane su Teheran hanno già ottenuto il loro obiettivo: non militare, ma mediatico. Gaza è sparita. La strage di civili, i corpi tra le macerie, il buio dell’assedio, tutto evaporato dai titoli e dai vertici diplomatici. L’offensiva “Rising Lion” contro l’Iran è entrata nel ciclo globale delle notizie come emergenza assoluta, mentre a Gaza l’unico blackout che continua è quello dell’informazione. Lo ha detto l’esercito israeliano: “Gaza è un fronte secondario”. Tradotto: ciò che accade lì, compresi i 55.000 morti stimati e l’accusa di genocidio da parte di agenzie ONU, non merita più attenzione. 🔗 Leggi su Lanotiziagiornale.it

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Netanyahu e Trump tra negoziati su Teheran, sospensione nucleare e crisi a Gaza - Il panorama diplomatico mediorientale è in continua evoluzione, con Benjamin Netanyahu e Donald Trump al centro di negoziati intensi sul programma nucleare di Teheran e la crisi a Gaza.

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