Perché la sordità nei bambini non è più una condanna lo spiega il professor Franco Trabalzini
Perché la sordità nei bambini non è più una condanna, ma una sfida da vincere? Il professor Franco Trabalzini ci spiega come i recenti progressi medici e tecnologici abbiano rivoluzionato il panorama dell’udito infantile. Un tempo, la sordità profonda significava isolamento e limiti insormontabili; oggi, grazie a interventi precisi e tempestivi, ogni bambino può sviluppare linguaggio e relazioni paritari. La speranza e le opportunità sono più vicine che mai, e il futuro promette ancora di più.
Firenze, 15 giugno 2025 – Un tempo era una condanna. Oggi è una sfida vinta. Fino a vent’anni fa, un bambino con sordità profonda rischiava l’isolamento. Non sentiva, quindi non parlava. Cresceva ai margini. Ora non più. Non esiste sordità che non possa essere trattata. Con un intervento tempestivo, anche un bambino con ipoacusia grave può sviluppare linguaggio e relazioni come un coetaneo normoudente. Ne abbiamo parlato con il professor Franco Trabalzini, responsabile dell’Otorinolaringoiatria pediatrica dell’azienda ospedaliera universitaria Meyer Irccs di Firenze, recentemente insignito al Quirinale della medaglia al “Merito della Sanità Pubblica”, l’alto riconoscimento conferito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su segnalazione del ministro della Salute, Orazio Schillaci. 🔗 Leggi su Lanazione.it
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