La rivoluzione silenziosa della ristorazione
rivoluzione silenziosa sta trasformando il mondo della ristorazione, portando alla luce pratiche e gesti che valorizzano il benessere mentale tanto quanto quello fisico. Dalla cura dei dettagli nell’approccio umano alle nuove forme di ascolto, questa evoluzione invita a ripensare il ruolo degli operatori del settore, rendendolo più autentico e sostenibile. Una sfida importante che può cambiare radicalmente il nostro modo di concepire l’esperienza culinaria.
Che si tratti di un bicchiere di vino a fine servizio per sciogliere tensioni (come racconta Gloria Marchesoni di Soul Restaurant ), o dell’ascolto individuale di dodici giovani cuochi da parte di uno chef come Ivan Alunni Pasquali del ristorante Il Fagiano sul Lago di Garda, il gesto rivoluzionario parte da una consapevolezza: oggi la fatica mentale pesa quanto quella fisica, e ignorarla è un lusso che il settore non può più permettersi. Una cultura del lavoro più umana è oggi l’unica via sostenibile. Davide Caranchini, chef di Materia a Cernobbio, lo dice chiaramente: «Il mio atto rivoluzionario è non assumere più cuochi superformati, ma chi è all’inizio. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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