Maria Antonietta Bergamasco che supporta i laboratori sartoriali nella Casa Circondariale di Verona spiega l' importanza del lavoro in carcere soprattutto per le donne Come Silvia 22 anni e 15 ancora da scontare

Maria Antonietta Bergamasco, sostenitrice dei laboratori sartoriali nel carcere di Verona, ci invita a riflettere sull’importanza del lavoro come strumento di reinserimento, soprattutto per le donne come Silvia, 22 anni con 15 ancora da scontare. Tra muri imponenti e chiavi giganti, si cela un’umanità sorprendente: persone che, pur chiuse dietro le sbarre, cercano di ricordare il loro valore attraverso esperienze che aprono nuovi ponti verso il futuro.

C orridoi enormi e soffitti altissimi. Cancellate di ferro e chiavi grandi «come in un fumetto della Banda Bassotti. La struttura del carcere è come ce la si aspetta, come la si vede nei film. Quello che sorprende, e che sorprese me fin dalla prima volta che ci entrai, è l’umanità delle persone detenute: donne e uomini che sono molto più della loro pena. E che, chiuse lì dentro, hanno bisogno di ponti per ricordarselo ». Maria Antonietta Bergamasco è una pedagogista, specializzata in rieducazione post detenzione, che supporta i laboratori sartoriali di Progetto QUID ( impresa sociale veronese che dal 2013 unisce economia circolare e percorsi di inclusione lavorativa ) nella Casa Circondariale di Verona Montorio. 🔗 Leggi su Iodonna.it

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© Iodonna.it - Maria Antonietta Bergamasco, che supporta i laboratori sartoriali nella Casa Circondariale di Verona, spiega l'importanza del lavoro in carcere, soprattutto per le donne. Come Silvia, 22 anni, e 15 ancora da scontare

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Venerdì l'autopsia di De Maria e Wljesuriya. Il pm acquisisce le relazioni del carcere - Venerdì 16 maggio si svolgeranno le autopsie di Emanuele De Maria e Chamila Wljesuriya presso l'istituto di medicina legale di Milano.

La REMS di Bologna. A Liberi dentro i racconti dei pazienti e degli operatori; Traffico di droga, otto condanne.

Prete italiano sulle Ande nel carcere più duro del mondo, commuove i detenuti inaugurando una cappella ilmessaggero.it scrive: a Bergamo e proprio in questa data mi reco ad un carcere terribile, chiamato in Perù “di castigo”.

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