Il bambino daspato per razzismo contro Yamal non era solo Agli adulti vicino a lui che facciamo? Paìs

Un episodio inquietante scuote il calcio e la società: un minore, già squalificato per insulti razzisti a Yamal al Bernabéu, non era certo solo tra gli adulti. Questa vicenda ci invita a riflettere sulla responsabilità educativa e sui modi per combattere l’odio. È evidente che il problema va affrontato con fermezza e maturità, perché nessuno può considerarsi immune da queste tremende forme di discriminazione.

C’è stato minorenne daspato per insulti razzisti a Lamine Yamal al Bernabéu nel Clasico dello scorso ottobre. E il Paìs oggi ci torna, perché,  giustamente, non basta. “Poiché in questi casi è sempre meglio aggrapparsi a un piccolo barlume di speranza – scrive Rafa Cabeleira – daremo per scontato che non sia andato allo stadio con un parente adulto”. Ma “che qualcuno così giovane si consideri idoneo a emettere sentenze razziste da una posizione in uno stadio la dice lunga su di lui, inclusa la sua educazione, ma ancor di più sulle centinaia di adulti che lo circondano, per quanto sconosciuti possano essere stati. 🔗 Leggi su Ilnapolista.it

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