Maurizio Landini il suicidio perfetto col referendum
mentore dei lavoratori, mentre il suo tentativo di influenzare l’opinione pubblica si sgretola sotto il peso dell’astensionismo e del disinteresse generale. Maurizio Landini, infatti, si trova di fronte a un fallimento che potrebbe segnare una svolta nella sua influenza politica e nel ruolo che si aspettava di avere nel panorama sindacale italiano. Un vero e proprio suicidio perfetto del suo progetto.
Volantini, piazze, social media, ospitate in televisione. Tutto inutile. Il vero grande sconfitto di questo referendum è Maurizio Landini. Il segretario della Cgil è stato il principale promotore del voto dell'8 e 9 giugno. Il risultato? Nessun quorum, nemmeno da lontano: l'affluenza ai seggi veleggia attorno a un miserrimo 30 per cento. Il flop del sindacalista è stato totale. Così si fa sempre più lontana la possibilità di vederlo ergersi a leader della sinistra italiana, quella che secondo molti potrebbe essere la sua grande ambizione nascosta. Ma c'è dell'altro. Landini aveva provato a sfruttare la campagna elettorale referendaria per nascondere sotto il tappeto la polvere della Cgil. 🔗 Leggi su Liberoquotidiano.it
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