I referendari fanno flop eppure fischiettano sulle conseguenze politiche

flop dei referendum a far riflettere davvero sui cambiamenti necessari nel panorama politico italiano. Mentre in passato le sconfitte potevano rappresentare un punto di svolta, ora sembrano passare inosservate, lasciando intatta la linea dei principali attori politici. La domanda che sorge spontanea è: il sistema è pronto a rinnovarsi o continuerà a ignorare i segnali di stanchezza e disillusione degli elettori?

Non sarà il flop dei referendum a spostare alcunché nella linea dei promotori – la Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil) – e dei sostenitori – il tripartito Partito democratico-Movimento 5 stelle-Alleanza Verdi e Sinistra. Non è come una volta, come quando, nel 1978, il Partito comunista italiano convocò una Direzione perché aveva perso le comunali a Castellammare di Stabia, «un campanello d’allarme», si disse. Macché, oggi è il tempo della velocità, tutto si brucia in due giorni, si passa ad altro: e poi, che vuoi fare, concretamente, nel Partito democratico di oggi? E dire che, in teoria, ci sarebbe materia per una vera riunione della Direzione (vedremo), anche se il problema della natura di questo partito è ben più ampio. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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Quorum sinistro | I referendari fanno flop, eppure fischiettano sulle conseguenze politiche; C'è un paesino in cui (quasi) nessuno è andato al seggio: hanno votato in sei; Cittadinanza, la verità dietro il flop del referendum: l’Italia ha un problema con gli stranieri, anche a sinistra.

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