Così il decreto Salva-Milano si perde nella giungla normativa
Il decreto Salva-Milano si arena tra mille normative, creando un labirinto di interpretazioni e incertezze. Questa legge, pensata per sbloccare i cantieri milanesi bloccati da indagini giudiziarie, solleva interrogativi cruciali sulle procedure di autorizzazione edilizia adottate dal Comune. La domanda centrale è: le modalità di concessione degli interventi, soprattutto quelli più controversi, sono davvero conformi alle norme nazionali? La risposta potrebbe rivoluzionare il futuro edilizio della città.
IL CASO della legge “Salva-Milano” riguarda un disegno di legge (Ddl) volto a fornire un’interpretazione autentica di alcune norme urbanistiche nazionali, con l’obiettivo di sbloccare cantieri a Milano, paralizzati a seguito di inchieste della Procura della Repubblica per presunti abusi edilizi. La questione centrale è se le procedure adottate dal Comune di Milano per autorizzare interventi edilizi, in particolare quelli classificati come “ ristrutturazione edilizia ”, siano conformi alle normative urbanistiche, sia nazionali (Testo Unico Edilizia, Dpr 3802001) sia regionali (leggi urbanistiche della Regione Lombardia). 🔗 Leggi su Quotidiano.net
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