Oppenheimer | ’The end’ atto di speranza
Era stato al Biografilm nel 2013 con il suo documentario premiato "The Act of Killing", un’opera che ha lasciato il segno nel panorama cinematografico internazionale. Ieri sera, Joshua Oppenheimer è tornato a sorprendere il pubblico presentando il suo primo film di finzione, "The End", un musical intriso di speranza e riflessione. Con questa nuova opera, il regista continua a esplorare temi profondi e complessi, confermando il suo talento nel cogliere l’anima più nascosta della storia umana.
Era stato al Biografilm nel 2013 con il suo documentario capolavoro The Act of Killing, che aveva vinto il concorso internazionale ed era poi stato candidato all’Oscar per il miglior documentario nel 2014, raccontando le conseguenze dell’eccidio commesso in Indonesia negli anni Sessanta. Joshua Oppenheimer è tornato ieri sera per presentare il suo primo film di finzione intitolato The End, un film musicale che mostra ancora una volta il regista americano educato ad Harvard, impegnato nella ricerca di un linguaggio innovativo per raccontare il male. La storia è quella di una ricca famiglia – la madre è Tilda Swinton e il figlio è George McKay (in foto a lato con il regista) – che vive da oltre vent’anni in un bunker sotterraneo (la location meravigliosa è quella delle miniere di sale a Raffo in Sicilia), per scampare alla fine del mondo che essa stessa ha causato. 🔗 Leggi su Ilrestodelcarlino.it
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Oppenheimer è stato girato in soli 57 giorni - Cillian Murphy ha dichiarato durante un’intervista al podcast “WTF” di Marc Maron che Oppenheimer di Christopher Nolan è stato girato seguendo un piano di lavorazione inesorabilmente veloce. Riporta cinefilos.it
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