L’onnipresenza del poliestere nei vestiti comporta problemi enormi Microplastiche in primis

dipendenza dal poliestere solleva serie preoccupazioni, soprattutto per le microplastiche che contaminano mari e ecosistemi. La popolarità di questo tessuto, nata negli anni '40, ha portato a una produzione smisurata e a impatti ambientali di proporzioni enormi. È giunto il momento di riflettere sulle scelte di consumo e sull’impatto a lungo termine, perché il nostro pianeta non può più permettersi di ignorare questa problematica.

Quando è stato messo in commercio, nel 1948, il poliestere è stato accolto con grande entusiasmo: leggero, elastico, resistente, si asciuga rapidamente e non ha bisogno di stiro. All’epoca, probabilmente, nessuno immaginava che poco più di settant’anni dopo – nel 2023 per la precisione – avrebbe rappresentato il 57% della produzione globale di fibre tessili. Per un volume complessivo di 71 milioni di tonnellate. In termini ambientali, questa onnipresenza del poliestere – e delle fibre sintetiche più in generale – comporta problemi giganteschi. Perché è vero, la sua produzione consuma poca acqua (soprattutto se paragonata al cotone), ma la materia prima è pur sempre il petrolio: nel 2022 a livello globale ne ha consumati 70 milioni di barili. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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