Lo chiamavamo zio Carlo

l'egoismo professionale, ma una sincera voglia di condividere esperienza e passione. Zio Carlo incarnava l’essenza di un giornalismo autentico, fatto di cuore e intelligenza, lasciando un segno indelebile in tutti noi. La sua memoria continuerà a ispirare le future generazioni, ricordandoci che il vero valore del mestiere risiede nelle relazioni umane e nella dedizione sincera.

per quel senso di confidenza e rispetto nei confronti di un Cardinale del giornalismo, abile nel mettere d’accordo il diavolo con l’acqua santa per la bonomia con cui mascherava la sua vivace scaltrezza. Tutti noi del mestiere abbiamo imparato qualcosa da lui. E gli dobbiamo tanto per la generosità con cui dispensava favori e cortesie. Per i colleghi era una fonte di buoni consigli perché, cosa rara, non coltivava l’invidia e la gelosia. Non credo esista un solo collega che possa dire di non essere stato ascoltato e accontentato nel suo desiderio, se lecito e possibile. Zio Carlo è stato un’istituzione, un riferimento certo, un punto fermo soprattutto nei momenti di confusione. 🔗 Leggi su Ildenaro.it

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