Cià cià cià amo’ | attenzione il Trolley ci ascolta
siamo tutti diversi, anche se all’apparenza sembriamo uguali. Tra mille trolley, il mio cuore batte per qualcosa di più grande, un desiderio di scoperta e avventura che va oltre le rotelle e le etichette. Perché ogni oggetto, anche il più semplice, porta con sé una storia unica pronta a essere narrata. E io sono qui per raccontarvela, iniziando proprio da questa mia fuga dalla routine.
Quando nacqui nessuno ci fece caso. Normale. Ne nascevano in continuazione come me, uno dietro l’altro, tutti uguali. Almeno all’apparenza. Io, però, non ero un trolley come gli altri sfornati a migliaia da una fabbrica cinese, rigirati dalle mani di quelle donne tutte uguali. Loro chiacchieravano e dicevano che l’Italia era piena di ristoranti cinesi, che gli involtini si chiamavano primavera, ma si mangiavano in tutte le stagioni. Insomma mi sarei sentito a casa. Nel ripostiglio di Marco, il mio padrone, c’era da anni una vecchia valigia. ”Ciao, io sono Trolley, che sarebbe maschile, il trolley, ma siccome sono valigia, in realtà mi sento anche femmina. 🔗 Leggi su Quotidiano.net
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