L’eterno marito parabola della fragilità umana
L’eterno marito di Dostoevskij, ora rivisitato sul palcoscenico da Claudio Autelli con l’adattamento di Davide Carnevali, si rivela un vivido intreccio di fragilità umana e realismo crudo. Un doppio sguardo tra Aleksej e Pavel, due anime che riflettono le contraddizioni e le vulnerabilità dell’esistenza. Solo stasera al Fontana, questo spettacolo promette di spostare lo sguardo dello spettatore, invitandolo a riflettere sulle sfumature dell’anima umana.
Intrecciare i linguaggi. Mescolare i piani della realtà. Spostare lo sguardo dello spettatore. È una ricetta preziosa il teatro di Claudio Autelli. Anche per le ramificate ispirazioni letterarie e il quotidiano confronto con la drammaturgia contemporanea. Visione da cui è nato " L’eterno marito ", breve romanzo di Dostoevskij (adattamento Davide Carnevali), solo stasera al Fontana. Un duetto. Fra Aleksej e Pavel. Al primo le cose non girano bene; il secondo vuole chiarire alcune faccende del passato, visto che l’amico era stato l’amante della moglie. In mezzo una figliola illegittima. A cui è meglio non affezionarsi. 🔗 Leggi su Ilgiorno.it
© Ilgiorno.it - “L’eterno marito“, parabola della fragilità umana
NELL' ALDILÀ NON C'È IL TEMPO CRONOLOGICO TERRENO, MA SI VIVE NELL' ISTANTE
