Come l’AI ha superato la dicotomia tra il sapere del passato e quello del futuro
Oggi, l'intelligenza artificiale ha rivoluzionato il modo in cui affrontiamo la distinzione tra sapere passato e futuro, superando la classica dicotomia tra Antichi e Moderni. Questa rivoluzione scientifica ci spinge a riconsiderare le frontiere della conoscenza, dimostrando che il progresso non è più lineare né esclusivo di un’epoca. In questo scenario dinamico, AI e innovazione si intrecciano, aprendo nuove prospettive per il nostro domani.
Si assiste oggi, in una forma attualizzata, alla curiosa riproposizione di una celebre querelle, quella tra Antichi e Moderni. Sorta in Italia con gli scritti irriverenti e anticlassicisti di Tassoni, Boccalini, Lancellotti, passò poi alla Francia del Re Sole la quale, come spesso accade Oltralpe, se ne intestò in pompa magna la paternità (e chi volesse approfondire il tema dispone di un ottimo Folio classique di 900 pagine prefato da Marc Fumaroli). Orbene se ieri il contendere verteva intorno alla perfezione poetica di Omero o all’effettiva sapienza dei filosofi antichi rispetto al presente, oggi invece verte sull’AI che sta divorando interi comparti del sapere umanistico d’antan (dall’educazione alla traduttologia, dalla filologia alla poiesi, dall’enciclopedismo alla storia), appannando altresì quel luccicore divino che l’uomo – forse con malriposta baldanza – attribuiva esclusivamente alla propria specie. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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