L’opposizione non vuole vincere ma si accontenta dell’irrilevanza

In un panorama politico dove l’opposizione sembra accontentarsi dell’irrilevanza, si evidenzia una sinistra minoritaria e poco incline alla sfida. Puntare a coinvolgere appena dodici milioni di elettori, invece di mobilitare il doppio, tradisce una rinuncia alla conquista della maggioranza, il cuore pulsante di ogni democrazia. È tempo di riflettere sulla reale volontà di rappresentare il popolo o si preferisce restare ai margini? La risposta definisce il futuro del nostro paese.

Questa sinistra è minoritaria dentro. E lo fa capire in tutti i modi. Porsi l’obiettivo di portare ai seggi dei referendum dodici milioni di elettori invece della metà degli aventi diritto, che sono all’incirca il doppio, è il simbolo della rinuncia a conquistare la maggioranza dei consensi, che è il principio-cardine della democrazia e l’ovvio obiettivo di un partito o di uno schieramento che intenda, appunto, rappresentare la maggioranza. Sicché viene alla mente Nanni Moretti in “Caro diario” quando blocca la Vespa e dice: «Stavo pensando a una cosa molto triste: che anche in una società più decente di questa mi troverò sempre con una minoranza di persone: ma non è che io non creda nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone, mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza di persone»: ecco, l’impressione è che il Pd di oggi sia un po’ così – diciamo – testardamente minoritario. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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