Il Pd di Schlein ha scelto di ignorare chi in Israele si oppone a Netanyahu

una manifestazione che rischia di perdere il suo equilibrio, lasciando spazio a posizioni troppo polarizzate e poco rappresentative del dialogo e della complessità della situazione. La scelta di Schlein di schierarsi senza mezze misure mette in discussione il ruolo della politica come ponte tra le parti e accende un dibattito aperto sulla responsabilità di chi rappresenta la solidarietà internazionale. Sarà quindi interessante vedere quali conseguenze avrà questa presa di posizione nel panorama politico italiano e internazionale.

Elly Schlein ha deciso di sposare le posizioni gauchiste e terzomondiste per la mobilitazione per Gaza, e ha archiviato l’evoluzione equilibrata degli ultimi trent’anni della sinistra. Sul palco del comizio del 7 giugno a Roma, oltre ai segretari dei partiti promotori, ci saranno infatti accesi fiancheggiatori di Hamas, chi accusa Israele di genocidio, ma neanche un rappresentante della fortissima opposizione israeliana a Netanyahu. Sarà quindi una manifestazione contro Israele tutta, non contro la guerra e a favore di chi solo la può fermare, l’opposizione israeliana  Infatti, se si legge nel merito la mozione parlamentare sulla crisi di Gaza votata settimane fa dal Partito democratico, dai Cinquestelle e da Avs e ora piattaforma della mobilitazione del 7 giugno, si raddoppiano le conferme di questa svolta. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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