I corsivi che Flaiano scrisse da anonimo sulla Voce Repubblicana
Durante quegli otto intensi mesi, Flaiano lasciò un’impronta invisibile ma indelebile sulla Voce Repubblicana, scrivendo i suoi celebri corsivi anonimi. La sua penna sagace e pungente rifletteva le sfumature di un periodo cruciale nella rinascita democratica italiana, tra ideali e tensioni politiche. Con l’abbandono di Calvi, la testata perse non solo una guida, ma anche l’opportunità di continuare a essere il palcoscenico di pensieri brillanti e critici come quelli di Flaiano.
Per circa otto mesi, fra il settembre 1947 e il maggio 1948, Ennio Flaiano lavorò alla Voce Repubblicana. Ad assumerlo come redattore era stato Antonio Calvi, un giornalista entrato nel Pri alla fine del 1946 con un gruppo di esponenti della sinistra del Partito liberale e divenuto prima vicedirettore, poi direttore della Voce, salvo perdere il posto dopo le elezioni del 1948 per un dissidio con Randolfo Pacciardi. Con l’abbandono di Calvi, anche Flaiano lasciò il giornale. Sulla Voce Flaiano tenne una rubrica giornaliera, intitolata Calendario, fatta di brevi commenti sui fatti del giorno o di polemiche su cose dette da uomini politici o giornalisti. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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