Giovanni Brusca è libero | fine della libertà vigilata
Giovanni Brusca, il noto boss di San Giuseppe Jato, torna ufficialmente libero dopo la fine della libertà vigilata. Nonostante sia ancora sotto stretta sorveglianza, questa svolta segna un cambiamento significativo nel suo percorso giudiziario e nella percezione pubblica. La sua riacquisita libertà solleva interrogativi e riflessioni profonde sulla giustizia e sulla redenzione. Ma cosa significa davvero questa svolta per la società e le vittime di quella sanguinosa era?
AGI - Giovanni Brusca è tornato libero a tutti gli effetti, benché ancora scortato dal Servizio centrale di protezione, che segue ogni suo movimento: la differenza tra il prima e il dopo è dunque labile, eppure l'effetto psicologico della scadenza dei quattro anni di libertà vigilata, caduta nei giorni scorsi, ha eliminato tutti gli obblighi residui a carico del boss di San Giuseppe Jato (Palermo) ed è di notevole impatto. Brusca, che azionò il telecomando della strage di Capaci e fece uccidere e sciogliere nell'acido il cadavere di Giuseppe Di Matteo, tenuto per due anni e due mesi in prigionia, non ha più l'obbligo di stare a casa dalle otto di sera alle otto del mattino né di firmare tre volte alla settimana nella caserma dei carabinieri del luogo in cui risiede. 🔗 Leggi su Agi.it
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Giovanni Brusca libero: azionò il telecomando della strage di Capaci in cui morì Falcone - Giovanni Brusca, il noto criminale coinvolto nella strage di Capaci e responsabile di aver azionato il telecomando che portò alla morte di Giovanni Falcone, è ora libero dopo quattro anni di libertà vigilata.
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Mafia, il pentito Giovanni Brusca è tornato definitivamente libero. Nel 1992 azionò il telecomando della Strage di Capaci. Ha scontato 25 anni di carcere e 4 di libertà vigilata. Sottoposto al programma di protezione per i collaboratori di giustizia, adesso vive in Partecipa alla discussione
Conclusi i 4 anni di libertà vigilata, Giovani Brusca è definitivamente libero: fu responsabile dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo (sciolto nell’acido), ma soprattutto azionò il telecomando della strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone Partecipa alla discussione