Undici ore per fermare il sospettato | Fondamentale la cooperazione Troppi fatti violenti in pochi giorni
Undici ore: un tempo cruciale in cui la cooperazione tra le forze dell'ordine ha fatto la differenza. In un contesto di crescente violenza, ogni secondo conta. Il fermo del sospettato, già in fuga verso la Spagna, dimostra l'importanza di unire le forze per garantire giustizia. Questo caso mette in luce non solo l'efficacia della polizia, ma anche il bisogno urgente di affrontare una spirale di crimine che preoccupa sempre di più la società .
Undici ore. Per individuare il sospettato, raccogliere le prove a suo carico, chiedere e ottenere dal gip un fermo per indiziato di delitto. Dalle 6,40 del mattino alle 17. Una battaglia contro il tempo, perché il sospettato di un delitto atroce ed efferato, già riuscito ad arrivare in Spagna, non riuscisse a fuggire anche da lì, magari in direzione Venezuela, e perdersi del tutto. "Capire che il sospettato poteva trovarsi in stazione o aeroporto è stata un’intuizione decisiva", ha spiegato il capo della Squadra mobile Gugliemo Battisti, affiancato dal funzionario delle Volanti Pierangelo Licciardello. 🔗 Leggi su Ilrestodelcarlino.it
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La notizia è stata data martedì in tarda serata dal giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura: il Viminale abbandona il ricorso alle Sezioni Unite della Cassazione sui provvedimenti di mancata convalida del Decreto Cutro da parte del Tribunale di Catania. Tweet live su X
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