La noiosa omologazione del linguaggio in campagna elettorale
In un'epoca in cui la comunicazione è sempre più standardizzata, la campagna elettorale rischia di diventare un vero e proprio "gioco di specchi". I messaggi dei partiti si riducono a slogan ripetitivi e formule preconfezionate, svuotando il dibattito di contenuto autentico. Un trend che riflette la nostra società, sempre più abituata a consumare informazioni con superficialità. Ma ci chiediamo: dove sono finiti i temi reali e le proposte originali? Scopri come questo
Nella comunicazione politica i messaggi dei partiti e dei loro candidati sono riconducibili a quanto si deve dire in determinate circostanze, a una sorta di parole d’ordine e frasi a effetto che erano già conosciute dalla propaganda della guerra prima e dalla pubblicità poi, e che vengono espresse con l’aiuto di stratagemmi retorici teorizzati dai classici, Aristotele in primis. In molti casi viene palesata una scarsa cultura comunicativa, per cui le scelte linguistiche per i manifesti della campagna elettorale avvengono spesso senza la consapevolezza di quanto effettivamente esprimono né del loro potenziale interpretativo. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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