Urne vicine i compagni alzano i decibel

Giorgia Meloni fa parlare di sé: andrà al seggio, ma non ritirerà le schede per i referendum dell’8 e 9 giugno. Un gesto che segna un chiaro messaggio politico: un diritto esercitato senza appoggio a quesiti che non convincono. In un'epoca in cui il disinteresse verso la politica è in crescita, questa scelta potrebbe stimolare riflessioni e dibattiti, offrendo spunti nuovi per un coinvolgimento più attivo.

Giorgia Meloni andrà al seggio ma non ritirerà le schede dei referendum, è una delle opzioni a disposizione dell’elettore nella consultazione dell’8 e 9 giugno: esercito il mio diritto di andare a votare, ma sottolineo che nessuno dei quesiti merita il mio voto, è un giudizio politico forte, più efficace della semplice astensione e non concorre alla formazione del quorum. È una scelta che fanno anche gli esponenti della sinistra: i riformisti del Partito democratico l’hanno messo nero su bianco in una lettera a Repubblica Giorgio Gori, Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Pina Picierno, Lia Quartapelle e Filippo Sensi: «Voteremo sì al referendum sulla cittadinanza e sì al quesito sulle imprese appaltanti. 🔗 Leggi su Liberoquotidiano.it

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