Ci mancava solo la pantomima di Meloni che andrà al seggio per la foto ma non per votare
In un clima politico sempre più teatrale, l'escamotage di Giorgia Meloni nel “fingere” di votare al seggio si trasforma in una performance degna dei grandi della scena. Questo gesto mette in luce come la comunicazione politica si stia adattando a un’era di spettacolarizzazione, dove le immagini contano più delle azioni. E mentre il mondo si interroga sull'autenticità del voto, arrivano domande sul nostro rapporto con la democrazia: è davvero tutto una questione di palcoscenico?
Il grande mimo francese Marcel Marceau non avrebbe saputo fare di meglio di Giorgia Meloni. Lei ha annunciato ai giornalisti col solito broncio che domenica prossima entrerà nel suo seggio facendo finta di votare: buongiorno, come va? – dirà agli scrutatori stringendo le mani a tutti – e poi subito girerà sui tacchi, arrivederci, infilando la porta da cui era appena entrata. Una scena surreale, le mancherà solo di fare marameo. I suoi dicono che farà verbalizzare la scelta di non ritirare le schede, con ciò, secondo questo strateghi, contribuendo all’affluenza: ma allora ha ragione Elly Schlein, perché non vota No? La verità è che se non voti non voti: il mitico Massimo Catalano di “Quelli della notte” avrebbe facilmente ragione sui consiglieri della presidente del Consiglio. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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