Dan Peterson | Mia zia era la centralinista di Oppenheimer sparì per sei mesi dopo Hiroshima e Nagasaki capimmo
Dan Peterson ci svela un pezzo di storia che intreccia sport e politica. La sua esperienza in Cile nel 1971, mentre Allende era al potere, rivela quanto il mondo dello sport possa essere influenzato da dinamiche geopolitiche. Curioso sapere che, sebbene non fosse un agente della CIA, la sua missione si intrecciava con gli interessi americani. Scoprite come lo sport può diventare un campo di battaglia per ideologie e potere!
Il Corriere della Sera intervista Dan Peterson, lei è stato davvero un agente della Cia? «No. Però.». Però? «Però è vero che andai ad allenare la nazionale cilena nel 1971 con i Corpi di Pace americani e che Nixon volevo sapere per filo e per segno quello che facevo laggiù, nella terra di Allende. In un certo senso, ero “in missione”. Trovai un Paese bellissimo ma diviso, tra la destra e la sinistra, diciamo così. Un giorno arrivò una soffiata: quelli di destra volevano sabotare le condutture dell’acqua. Non accadde nulla, ma capii che era ora di far rimpatriare la mia famiglia». 🔗 Leggi su Ilnapolista.it
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Dan Peterson: «Mia zia era la centralinista di Oppenheimer, sparì per sei mesi, dopo Hiroshima e Nagasaki capimmo»
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