Occhio compagni il linguaggio è un pugnale
In un clima di tensione crescente, il linguaggio politico si fa sempre più tagliente, come un pugnale. La legislatura volge al termine e gli estremismi riemergono, alimentando paure e divisioni. La prospettiva di una vittoria del centrodestra alle prossime elezioni rende il dibattito ancora più acceso. Questo è il momento di riflettere sul potere delle parole: possono unire o distruggere. Siamo pronti a raccogliere questa sfida?
C’è un’atmosfera cupa, lo scrivo da tempo e penso che stia peggiorando. Più la legislatura s’avvia alla fase finale, più gli estremisti escono allo scoperto, più appare possibile un’altra vittoria del centrodestra alle prossime elezioni politiche, più i toni sono macabri. Giorgia Meloni è cresciuta con i racconti di chi ha visto gli anni di piombo, il terrorismo, ha esperienza politica e sesto senso, per questo quando dice che «non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore», va ascoltata, perché c’è qualcosa di sinistro, una presenza visibile ma ancora inafferrabile che si sta facendo avanti, si augura la morte dei bambini, la fine violenta dei figli di chi serve lo Stato. 🔗 Leggi su Liberoquotidiano.it

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