Elisabetta Moro | La superstizione ci rende più intelligenti
Elisabetta Moro ci invita a riflettere: la superstizione può renderci più intelligenti? Tra le pagine delle “Storie di Alessandro Magno”, emerge la critica a un grande conquistatore, visto come vittima delle credenze umane. Questo ci spinge a considerare quanto le nostre paure e speranze influenzino le decisioni quotidiane. In un'epoca in cui la razionalità è sovrana, riscoprire il potere della superstizione potrebbe rivelarsi una chiave preziosa per affrontare le incertezze
Giorni fa, bighellonando tra le prolisse pagine delle “Storie di Alessandro Magno” di Quinto Curzio Rufo, ci siamo imbattuti in una reprimenda al Macedone accusato di essere credula vittima della superstizione, “humanarum mentium ludibria”. Le mirabolanti imprese del condottiero non ammorbidirono il disappunto dell’autore, vissuto all’epoca di Gesù e scettico di specie sdegnosa, una delle due in cui da sempre si dividono gli increduli integrali: l’altra categoria, quella degli irridenti, ha invece prevalso dall’Illuminismo in poi inducendo i seguaci del “non è vero ma ci credo” a praticare con più riservatezza i riti personali per evitare gli sfottò degli Odifreddi. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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