Le ‘Zattere’ di Francesco Faccin | l’ordinario è precario non dimentichiamoci di naufragare
Nel suo ultimo libro "Zattere. Allegorie di progetto", Francesco Faccin ci invita a riflettere sulla precarietà dell’ordinario. Le zattere, simboli di resistenza e adattamento, raccontano un viaggio in un mondo dove tutto è in movimento. In un’epoca di cambiamenti rapidi, la sua visione ci ricorda che, anche se fluttuanti, possiamo sempre trovare un equilibrio. Non dimentichiamoci di naufragare: è solo affrontando le sfide che possiamo riscoprire il nostro vero potenziale.
Zattere. Allegorie di progetto, l’ultimo libro di Francesco Faccin – spericolato esploratore di mondicosestrumenti – parte da una constatazione già di per sé programmatica. Come spiega la tettonica delle placche, “il suolo che calpestiamo è in realtà una gigantesca zattera che si sposta, fluttuando” sul mantello superiore. Per dire che la zattera, filo conduttore del volume, non è soltanto l’oggetto che tutti conosciamo, ma una condizione primaria dell’esistenza. Inutile credere che la vita umana si svolga su basi salde, tranquillamente ancorata alla terraferma. L’ordinario è fatto di precarietà, di presupposti misteriosi ed insondabili, di scelte da intraprendere senza poter conoscerne in anticipo le conseguenze, con ispirata avventatezza. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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