La patetica deriva fascista dei pornoattori populisti che chiedono più sicurezza a Milano

Milano si trova al centro di un paradosso: la sicurezza diventa il grido di battaglia di chi, come Efe Bal, ha fatto del populismo la sua bandiera. Questo fenomeno mette in luce come la politica possa trasformarsi in uno spettacolo, in cui figure inaspettate diventano portavoce di ideologie estreme. Riflessioni su identità, potere e responsabilità si intrecciano in un contesto dove il confine tra realtà e provocazione è sempre più labile. Cosa succederà ora?

Durante la campagna elettorale di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, per le elezioni politiche del 2022, una delle sostenitrici più accanite dei due era la transessuale turca Efe Bal: sui suoi canali social, seguitissimi, dispensava pillole di qualunquismo, di buonsenso un tanto al chilo, di perbenismo, invitando a votare la destra. Una caricatura del cittadino moderato in chiave trash, perché la bellissima Efe è una persona queer ma che inorridisce solo a sentire la parola e finisce per replicare la paranoia mentale del borghese medio, prigioniera del decoro e dell’ordine, nostalgica della disciplina e degli uomini «come quelli di una volta». 🔗 Leggi su Lettera43.it

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