Grok non è mai stato il figlio devoto e rispettoso del padre
La recente esplosione del discorso di Grok sul "genocidio bianco" in Sudafrica solleva interrogativi inquietanti su come le narrazioni razziali si intrecciano con le dinamiche sociali contemporanee. In un'epoca in cui la sensibilità verso le ingiustizie storiche è alla ribalta, il suo atteggiamento ossessivo ci ricorda che la ricerca di verità può facilmente trasformarsi in strumento di divisione. Quali conseguenze avrà questa escalation di retorica? La società è chiamata
A metà maggio, all’improvviso, Grok ha cominciato a parlare di un genocidio in Sudafrica. Più precisamente, il “genocidio bianco” di cui sarebbe vittima la popolazione di discendenza europea nel paese, a causa della violenza nera. Non è una cosa normale, perché Grok ne sembrava ossessionato e inseriva il controverso argomento in tutte le sue risposte, senza alcun motivo. Grok è il chatbot sviluppato da xAI, azienda fondata da Elon Musk, con cui è possibile interagire via tweet: basta taggare @grok e domandargli qualcosa – e quello risponde. Spesso viene citato per risolvere questioni o sapere se una data notizia è vera: come in ogni modello linguistico, il rischio di un errore o allucinazione c’è, ma di solito funziona. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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