Giorgio Pini e una tragica guerra civile che qualcuno chiama Resistenza
Giorgio Pini, giornalista bolognese e figura controversa del Novecento, ci ricorda quanto sia complessa la storia italiana. La sua esperienza durante la guerra civile, che alcuni chiamano "resistenza", solleva interrogativi sul nostro passato. Perché è fondamentale riflettere su chi eravamo? La memoria è il primo passo verso una società più consapevole. Scopri come le storie individuali intrecciano il tessuto collettivo della nostra identità.
Che il giornalista bolognese Giorgio Pini (nato nel 1899, morto nel 1987), un fascista della primissima ora e che ancora durante la Repubblica di Salò da fascista aveva diretto il Resto del Carlino, fosse stato una brava persona lo sapevo da sempre. E ne ebbi la conferma quando non ricordo più se quaranta o cinquant’anni fa andai a trovarlo con intenti giornalistici nella sua casa bolognese che trasudava la condizione di un borghese povero. Dove sul muro retrostante la sua scrivania spiccava un disegno a olio di Giorgio Morandi, di certo il dono di uno che gli era stato amico. Nel pensare a Pini non riuscivo a non pensare alla sorte di suo figlio quindicenne o sedicenne che era andato a trovarlo nel carcere dove Pini padre fu rinchiuso per breve tempo alla fine della guerra, e da dove il ragazzo non tornò mai. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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