Giornalisti che abusano del loro potere e storie di mele marce

Il mondo del giornalismo è sotto l'occhio del ciclone: storie di abusi e omertà sollevano interrogativi cruciali sul potere dell'informazione. Ogni parola scritta pesa come un macigno, poiché ogni giornalista rappresenta non solo se stesso, ma l’intera categoria. È tempo di riflettere sull’etica professionale e sulla responsabilità collettiva. Solo così possiamo ricostruire la fiducia nel racconto della verità. La battaglia è avviata!

L’omertà è complicità. Il problema di far parte di una categoria è che volente o nolente quella categoria ti rappresenta e tu rappresenti lei, e questo è un bel fardello da portarsi dietro, anche perché questo significa che ogni tua azione non determina solo te stesso ma tutto un intero gruppo. Ecco, io so di essermi sempre comportata con enorme rispetto e correttezza facendo questo lavoro, sia relazionandomi con gli altri, sia scrivendo, ho sempre verificato le informazioni, ho ponderato le parole e sono sempre stata il più oggettiva possibile. Non tutti però hanno questo tipo di coscienza, e si vede, e si legge. 🔗 Leggi su 361magazine.com

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