Così i catanesi comandavano nel carcere di Palermo | gli affari di Antonio Nigito e del suo braccio destro

Nel cuore del carcere Pagliarelli di Palermo, la criminalità organizzata catanese esercitava il suo potere attraverso il controllo degli affari illeciti. Antonio Nigito e il suo braccio destro orchestravano un traffico fiorente di telefoni cellulari, droga e altri beni per i detenuti, alimentato dalla corruzione di due agenti della polizia penitenziaria. Un sistema di scambi violenti e denaro che rivelava la profonda connessione tra carcere e mala vita.

Nel carcere Pagliarelli di Palermo entravano telefoni cellulari completi di accessori, droga e tutto quello di cui i detenuti avevano bisogno. Lo scambio avveniva con soldi o con violenza e grazie alla compiacenza di due agenti della polizia penitenziaria. A comandare erano i palermitani nel. 🔗 Leggi su Cataniatoday.it

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