Romería | recensione del film di Carla Simón

Nel suo nuovo film "Romería", presentato al Festival di Cannes, Carla Simón torna a esplorare temi familiari e culturali, dopo il successo di "Alcarràs – L'ultimo raccolto". Tuttavia, questa volta la regista spagnola non riesce a replicare la magia precedente, offrendo una pellicola che, sebbene ricca di promesse, sembra mancare dell'intensità desiderata. Scopriamo insieme i punti di forza e le debolezze di questo lavoro.

La regista spagnola Carla Simón torna in concorso a un festival dopo aver vinto l’Orso d’oro a Berlino con Alcarràs – L’ultimo raccolto nel 2022. Sfortunatamente Romería, suo ultimo lungometraggio presentato sulla Croisette, non è all’altezza di quella interessante riflessione sulla strenua resistenza di una famiglia di contadini di fronte alla minaccia dell’installazione di pannelli solari sui loro terreni. Cosa sarei oggi se mi avesse cresciuta la famiglia di mio padre?. La storia si svolge nel 2004 e ha per protagonista Marina ( Llúcia Garcia ), una studentessa di cinema che vive a Barcellona e si reca a Vigo, in Galizia, per conoscere la famiglia del padre biologico, con la quale non ha mai avuto contatti da quando è stata data in adozione. 🔗 Leggi su Cinefilos.it

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