Referendum 8-9 giugno guida al terzo quesito Meno flessibilità per le aziende che offrono contratti precari | cosa cambia se vince il Sì

Il referendum del 89 giugno propone di ridurre la flessibilità delle aziende nel sottoscrivere contratti precari, favorendo contratti più stabili e a tempo indeterminato. Se vince il sì, cambierà l'attuale normativa, rafforzando la stabilità del lavoro. La Cgil sostiene questa proposta, puntando a migliorare le condizioni dei lavoratori e a promuovere un mercato del lavoro più equo.

Meno flessibilità per le aziende nello stipulare contratti a termine invece che rapporti di lavoro stabili, a tempo indeterminato. È l’obiettivo del terzo quesito dei referendum abrogativi in calendario per l’8 e 9 giugno. La Cgil, che ha promosso i quattro quesiti sul lavoro, punta a ottenere il ripristino dell’ obbligo per il datore di lavoro di indicare una causale ogni volta che opta per un contratto precario di qualsiasi durata. Obbligo che il governo Meloni ha molto indebolito, introducendo deroghe la cui durata è stata via via estesa fino a dicembre 2025. Cosa propone il referendum – Il quesito propone l’ abrogazione della normativa, introdotta con il decreto Lavoro del primo maggio 2023, che consente alle imprese di fare assunzioni temporanee senza motivarle con ragioni valide, moltiplicando i contrattini di pochi mesi. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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