L’arrivo di Panahi | Finalmente qui In cerca di pace
Finalmente a Cannes, Panahi cerca pace dopo vent’anni di clandestinità e repressione. Premiato a livello internazionale, è uno dei maestri del cinema mondiale, ma ha dovuto nascondere i propri film e commenti politici, rischiando tutto. La sua presenza qui rappresenta un atto di coraggio e resilienza, simbolo di libertà e lotta per l’arte e i diritti civili.
CANNES Ha vinto premi internazionali ovunque, è riconosciuto come uno dei grandi maestri del cinema mondiale. Ma da vent’anni è costretto a girare i suoi film clandestinamente, persino a mandarli di nascosto ai festival, nascosti in una torta. Per le sue opinioni politiche, è stato arrestato più volte in Iran, detenuto per mesi, interrogato per ore e ore ogni giorno, con una benda sugli occhi. Adesso Jafar Panahi, 65 anni, torna a parlare per la prima volta dopo 14 anni. E torna – con il permesso delle autorità iraniane – al festival di Cannes, che tante volte aveva lasciato una poltrona vuota per lui, e dove viene presentato in concorso il suo film It Was Just an Accident, che uscirà in Italia con Lucky Red. 🔗Leggi su Quotidiano.net
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quotidiano.net scrive: Arrestato più volte in Iran, simbolo dell’opposizione. A Cannes fece scandalo la sua sedia vuota. Ora sorride.