Cronaca dei partiti italiani | come siamo passati dalla tessera ai social che sono meglio di niente
Dalla tessera politica ai social media, i partiti italiani hanno attraversato un’evoluzione complessa. Fin dai tempi antichi, le parti, le consorterie e le fazioni hanno plasmato il nostro panorama politico, rivelando come la divisione e l’appartenenza siano sempre state al centro della storia italiana, dall’epoca di Dante fino ai giorni nostri, in un continuo articolarsi tra conflitti e innovazioni comunicative.
Partiti (partes, in latino), sette, consorterie, congiure, club e aggregazioni politiche sempre ci furono; e fazioni, e con esse la faziosità. Così disse il cardinale degli Ubaldini, zio del conte Ugolino: “Se c’è un’anima, io la perdo per parte ghibellina”; e lo stesso Dante era di guelfo “parte bianca”, prima di prendere le distanze da guelfi e ghibellini, nell’ancora lontano VI del Paradiso. E potremmo continuare con aneddoti e con storie: ma niente di questo somigliava ai partiti politici in senso moderno, il cui inizio, in Italia, può datarsi dalla fondazione del Partito dei lavoratori italiani, nel 1892, l’anno dopo denominato Partito Socialista Italiano (Psi); partito moderno nel senso di organizzazione gerarchica, con organismi nazionali e locali, sedi e tessere; e appartenenza ufficiale a gruppi parlamentari e in rappresentanze periferiche. 🔗Leggi su Secoloditalia.it
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Cosa riportano altre fonti
La giunta a diritto sulla via del Mare: "Siamo partiti dallo zero assoluto. E arriveremo fino in fondo. In Porto"
lanazione.it scrive: "Siamo partiti dallo zero assoluto: oltre via Nicola Pisano – proseguono – non esisteva nulla dal punto di vista urbanistico. Nessuna proprietà pubblica delle aree, nessuna risorsa economica ...
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