Vasco il comunista manager | A vent’anni parlai a Mosca oggi la politica non ha ideali
Vasco il comunista, ora manager, si è trasformato nel corso di mezzo secolo. A vent'anni, nel 1962, parlava con fervore a Mosca, denso di ideali. Oggi, però, la politica sembra priva di significato. La potente fantasia di quel giovane è diventata una realtà imprenditoriale, in un contesto in cui il fervore di un tempo sembra svanire.
La fantasia è potente ma quel ragazzo di vent’anni che a Mosca, nel 1962, interveniva al congresso mondiale della gioventù comunista non avrebbe mai immaginato che mezzo secolo dopo sarebbe stato un imprenditore in giacca e cravatta. In quella fredda giornata nella grande Unione Sovietica, Vasco Giannotti si sentiva un rivoluzionario di professione. Un funzionario di partito, dirigente nazionale della Fgci, un giovane a disposizione delle mitiche sorti del socialismo. Da quel giorno un lungo cammino con soste a Botteghe Oscure e a Montecitorio, passando per Catania e la Puglia, non dimenticando mai Arezzo. "Nel 2002, il mio ultimo anno di tre legislature alla Camera, era un po’ stanco per continuare ma non troppo stanco per andare in pensione. Nei miei anni alla Camera mi ero occupato soprattutto di sanità, contestando la controriforma di De Lorenzo e condividendo la successiva riforma Bindi. 🔗Leggi su Lanazione.it

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