Milan perché vincere non è più una priorità
Il Milan si trova in un momento cruciale in cui vincere sembra aver perso la sua priorità. La Coppa Italia avrebbe potuto alleviare la pressione, ma la realtà è che le difficoltà del club affondano le radici anche oltre il campo. I segnali di malessere sono evidenti, eppure la dirigenza sembra cieca di fronte a un evidente fallimento gestionale.
La Coppa Italia avrebbe ammorbidito la sentenza, ma non l’avrebbe di certo ribaltata. Il Milan è stato un disastro in campo perché lo è stato fuori. E questo è chiaro a tutti tranne che ai diretti interessati. Hanno ammesso di non essere soddisfatti ma figuriamoci se mettono in discussione la poltrona. Ci vorrebbe un’esperienza e un carisma che non hanno. Dunque gli uomini di Cardinale rimarranno tutti lì, ai loro posti di combattimento, anche per il Milan che verrà. Un Milan che, in fondo, per la proprietà, non è poi così male. Il motivo per cui il patron americano non entra a gamba tesa nel management del suo club è semplice: l’unica voce in cui il Milan non è un disastro è il bilancio, che è anche l’unica che interessa davvero alla proprietà americana. Il club viene da due bilanci in utile e potrebbe chiudere quello di questa stagione con un rosso minimo (fossero 10-20 milioni sotto, sarebbe un sostanziale pareggio). 🔗Leggi su Liberoquotidiano.it

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