I referendum sul lavoro Ichino | Più danni che benefici
Nel dibattito sui referendum sul lavoro, il Professor Ichino avanza la tesi che questi strumenti possano creare più danni che benefici per i lavoratori. In particolare, egli si concentra sul primo referendum, volto a cancellare il decreto n. 23/2015 riguardante i licenziamenti, evidenziando rischi e conseguenze negative per la stabilità occupazionale.
Professor Ichino, lei sostiene che questi referendum sul lavoro portano più danno che beneficio ai lavoratori. Ci può spiegare perché? "Incominciamo con il primo, quello che mira a cancellare il decreto n. 232015 sui licenziamenti, che si applica a tutti i rapporti costituiti dopo il marzo 2015. Se vincesse il sì, tornerebbe ad applicarsi a questi rapporti la legge Fornero, n. 922012. Per i casi di licenziamento per motivo illecito, o per motivo che risulti insussistente, non cambierebbe niente; invece per i casi di motivo ritenuto dal giudice insufficiente si verificherebbe addirittura una riduzione del limite massimo dell’indennizzo: dalle 36 mensilità attuali a 24". I promotori non se ne sono accorti? "Non lo so. Certo è che promettono ciò che il referendum non può in alcun modo dare: cioè il ripristino del vecchio articolo 18 dello Statuto. 🔗Leggi su Quotidiano.net

© Quotidiano.net - I referendum sul lavoro. Ichino: "Più danni che benefici"
Potrebbe interessarti su Zazoom
Referendum 8-9 giugno: lavoro, cittadinanza e voto da remoto, cosa cambia e come si vota
Domenica 8 giugno e lunedì 9 giugno, dalle ore 7 alle 23 e dalle 7 alle 15, gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum abrogativi.