A Gaza tanti invocano Dio ma se potesse li maledirebbe

A Gaza, in un contesto di sofferenza e devastazione, molti invocano Dio, ma la vera fede sembra lontana. È paradossale pronunciare il Suo nome mentre si nega l'acqua a un bambino o si benedicono bombardamenti che distruggono le vite innocenti. L'UNICEF denuncia un dramma inaccettabile: la speranza si trasforma in dolore in un'umanità mutilata dalla guerra.

Ci vuole una certa faccia per pronunciare il nome di Dio mentre si nega l’acqua a un bambino. Ci vuole una fede distorta per benedire i bombardamenti che riducono in cenere le tende in cui i bambini dormono, mutilati, sfiniti dalla fame e poi colpiti da missili. Secondo l’Unicef, solo negli ultimi due mesi più di 950 bambini sono stati uccisi nella Striscia di Gaza. Altri 45 nei soli ultimi due giorni. Sono i numeri, non le parole, a dire che Dio qui è solo una copertura. Gaza è diventata un laboratorio di crudeltà, un teatro in cui ogni principio del diritto umanitario è stato violato con perseveranza scientifica. I bambini vengono uccisi ovunque: negli ospedali, nelle scuole, nei rifugi improvvisati, tra le braccia dei genitori. Subiscono sfollamenti continui, fame, malattie, assenza totale di cure. 🔗Leggi su Lanotiziagiornale.it

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