La cucina come resistenza il cibo come legame
La cucina è un atto di resistenza, un linguaggio universale che unisce attraverso il cibo. In un mondo segnato dal razzismo e dalla discriminazione, esperienze personali raccontano di pregiudizi subdoli e imbarazzanti. La mia storia come titolare di Ginger è un esempio di come il cibo possa essere un legame, sfidando stereotipi e creando connessioni profonde.
Il razzismo e la discriminazione sono brutte bestie. Quando sono palesi e ancora di più quando sono subdoli. Tante e tante volte in questi anni mi è stato chiesto, da clienti e fornitori, di parlare con il titolare di Ginger e quando rispondevo che ero io non ci credevano e insistevano pure. E molti preferivano andare via piuttosto che parlare con me. Non solo, è capitato anche che qualche cliente si affacciasse in cucina e vedendo i ragazzi, tutti neri, ne rimanesse infastidito a tal punto da lasciare il locale prima ancora di ordinare, di provare la nostra cucina. Una sera al ristorante è arrivata una coppia di turisti italiani. Si sono seduti e hanno chiesto a una delle ragazze della sala se io fossi nera. Alla risposta positiva i due si sono alzati e sono andati via. Io ero in cucina e non mi sono accorta di nulla. 🔗Leggi su Linkiesta.it

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Ne parlano su altre fonti
Dakar, foto di Anton Lecock su Unsplash
Riporta linkiesta.it: In “Sogni di Zenzero” la storia della chef Mareme Cisse, nata a Dakar e oggi professionista della ristorazione ad Agrigento, segue il ritmo delle ricette proposte.
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