Un decreto dopo l’altro e la libertà vacilla

Un decreto dopo l'altro, la libertà è in pericolo. Giovanni Giolitti, nel definire il fascismo come “roba che deve sfogarsi”, non solo sbagliava nelle sue previsioni, ma creava un alibi. La sua illusione di normalizzare l'eccezione per fini personali si è rivelata una trappola per l'Italia liberale, con conseguenze che risuonano ancora oggi.

Quando Giovanni Giolitti definiva il fascismo “roba che deve sfogarsi”, non stava solo sbagliando previsione. Stava costruendo un alibi. L’illusione di poter normalizzare l’eccezione, di usarla per i propri fini e poi ricondurla alla legalità, è stata la trappola dell’Italia liberale. Oggi quella stessa trappola si presenta in abiti nuovi, ma con la stessa logica: minimizzare, giustificare, normalizzare. Come allora, anche oggi c’è chi sminuisce le intimidazioni neofasciste, chi liquida le critiche sulla libertà di stampa come “strumentali”, chi derubrica l’erosione dei diritti a misura necessaria per la “sicurezza”. Il saluto romano diventa un “gesto funebre”, l’antifascismo è ridotto a una questione di retorica, i decreti sicurezza si presentano come strumenti di ordine pubblico e non come dispositivi punitivi. 🔗Leggi su Lanotiziagiornale.it

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