Lavorare in città nel secondo dopoguerra
Nel secondo dopoguerra, le città italiani si trasformarono, animandosi di speranze e sfide. Attraverso le testimonianze dirette di chi ha vissuto quegli anni, i ragazzi della 3^D della scuola secondaria di primo grado "Biagio Bellotti" hanno intrapreso un viaggio emozionante, riscoprendo storie di resistenza, rinascita e umanità che continuano a nutrire la memoria collettiva.
Moltissime sono le fonti che vengono utilizzate per ricostruire eventi storici: fra queste, le più interessanti sono rappresentate dai racconti di chi la storia l’ha vissuta in prima persona.I ragazzi della 3^D, della scuola secondaria di primo grado "Biagio Bellotti", hanno fatto un viaggio emozionante attraverso la storia locale, la cultura del lavoro, e i cambiamenti economici della città di Busto Arsizio intervistando i loro nonni, nati nel secondodopoguerra.I nonni hanno avuto il piacere di raccontarsi e questa è stata un’occasione per mettersi a confronto con una realtà, quella dei giorni nostri, che si è trasformata completamente. L’attenzione è stata posta sulle occasioni di lavoro negli anni ‘50 e ‘60, sulle sfide affrontate e sugli aspetti culturali e sociali legati sempre alla realtà lavorativa. 🔗Leggi su Ilgiorno.it

© Ilgiorno.it - Lavorare in città nel secondo dopoguerra
Potrebbe interessarti su Zazoom
Giocare o lavorare in VR - I visori di Meta sono il regalo perfetto
Mancano circa venti giorni alle festività natalizie, ed è tempo di iniziare la caccia al regalo perfetto, che possa rendere felici le persone a noi care, tanto da meritare gli applausi di Babbo Natale in persona.