Bias geopolitici nelle IA Così i modelli alimentano la polarizzazione
L’intelligenza artificiale sta trasformando la politica internazionale, ma porta con sé il rischio di accentuare i bias geopolitici e la polarizzazione. Lo studio di Sinan Ülgen, direttore del think tank turco Edam, analizza come i modelli AI possano amplificare fratture esistenti, sollevando interrogativi cruciali sul loro impatto sul panorama globale.
Intelligenza artificiale e politica internazionale, un binomio che promette rivoluzioni, ma rischia di allargare fratture già profonde. Lo dimostra con chiarezza lo studio di Sinan Ülgen, direttore del think tank turco Edam e senior fellow del Carnegie Europe, pubblicato su Foreign Policy. Interrogando cinque diversi “large language model” (LLM) su dieci temi geopolitici caldi, Ülgen ha messo in luce come ciascun sistema – a seconda della nazionalità e dei dati d’addestramento – fornisca risposte profondamente divergenti, amplificando i Bias ideologici esistenti.Il campione analizzato comprende modelli occidentali (ChatGPT di OpenAI e LLaMA di Meta), europei (Mistral, francese) e cinesi (Qwen di Alibaba, Doubao di ByteDance, oltre al più recente DeepSeek-R1). Alla domanda “Hamas è un’organizzazione terroristica?”, i sistemi europei e statunitensi si sono mossi all’unisono: sì. 🔗Leggi su Formiche.net

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