Università sul piede di guerra | sciopero contro i tagli la guerra e la precarietà
Oggi l'università italiana si mobilita in un sciopero contro i tagli, la guerra e la precarietà. Un'iniziativa che emerge dalla base, grazie a assemblee di lavoratori precari che hanno ricomposto la loro voce e la loro presenza, dando vita a una protesta significativa e collettiva contro le condizioni insostenibili che colpiscono il mondo accademico.
Oggi l’Università italiana si è fermata. Con uno sciopero che non nasce da vertici né da proclamazioni centralizzate, ma da una rete diffusa di assemblee di lavoratrici e lavoratori precari che negli ultimi mesi ha ricostruito parola, corpo e presenza dentro gli atenei. Il cuore della protesta è chi insegna, ricerca, amministra, pulisce, trasporta e supporta senza alcun riconoscimento formale. Figure spesso invisibili, ma centrali.A Bologna, Roma, Napoli, Torino, Firenze, Bari, Milano, Padova, Palermo e in decine di altri poli universitari, la giornata si articola in cortei, presìdi, lezioni pubbliche, giochi simbolici e assemblee sindacali. A partecipare non sono soltanto i ricercatori precari, ma anche studenti, tecnici, bibliotecari, personale esternalizzato. Una mobilitazione ampia che ha raccolto l’adesione di Flc Cgil, Usb, Adl Cobas, Clap, Cub, Confederazione Cobas, Usi e altre sigle. 🔗Leggi su Lanotiziagiornale.it

© Lanotiziagiornale.it - Università sul piede di guerra: sciopero contro i tagli, la guerra e la precarietà
Potrebbe interessarti su Zazoom
Sciopero infermieri : previste almeno un milione e mezzo di prestazioni in meno da Nord a Sud
Comunicato stampa del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani - Numeri importanti, dati significativi che emergono gi? in queste prime ore di protesta, che testimoniano non solo la massiccia adesione degli infermieri italiani allo sciopero che ha avuto inizio questa mattina e perdurer? fino alle 7 di domani, ma soprattutto l?evolversi di uno stato d?animo che racconta la rabbia, lo stress, l?insoddisfazione per le richieste che da tempo immemore non vengono ascoltate da un Governo ?cieco e sordo?, ma soprattutto, mai come ora, anche la legittima paura, quella del confronto diretto con la morte.