Caso Emanuele De Maria s’indaga sulle ore che precedono il suicidio
Le indagini su Emanuele De Maria, detenuto del carcere di Bollate, si concentrano sulle ore che hanno preceduto il suo suicidio. Dopo l’accoltellamento di un collega e la scomparsa di una barista, ora rinvenuta morta, le forze dell'ordine cercano risposte inquietanti su questo intricato caso di cronaca.
Tempo di lettura: 2 minutiProseguono le indagini di polizia e carabinieri su Emanuele De Maria, il detenuto del carcere di Bollate (Milano) che lavorava in un albergo di Milano dove ha accoltellato un collega e da dove è sparita una barista trovata poi morta, forse per mano di De Maria che ieri si è ucciso gettandosi dal Duomo.Da chiarire, in particolare, c’è ancora il movente dell’agguato davanti all’hotel in un cui è rimasto ferito in modo grave Hani Nasr, cittadino egiziano di 51 anni e suo collega. L’uomo deve ancora essere ascoltato dagli investigatori ma, secondo una prima ipotesi, potrebbe averlo aggredito per vendetta perché aveva consigliato alla barista, la 50enne di origini cingalesi Chamila Wijesuriya, di smettere di frequentare lui che nel 2016 a Castelvolturno (Caserta) aveva già ucciso una donna. 🔗Leggi su Anteprima24.it

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