Alla Pergola non servono padri-padroni

Venticinque anni di direzione al Teatro della Toscana hanno trasformato Marco Giorgetti in una figura che trascende il semplice ruolo di manager, delineando un legame profondo con l'istituzione. Questo lungo periodo, tuttavia, solleva interrogativi su un rapporto che potrebbe scivolare verso l'autoritarismo. Scopriamo la sua storia, contrassegnata da ambizione, passione e le sfide di mantenere un equilibrio tra creatività e controllo.

Ventincinque anni sono tanti, probabilmente troppi, per dirigere un teatro, lo stesso teatro, e non considerarlo Alla fine come casa propria, con tutte le ombre di un rapporto che rischia di diventare totalitario. E’ la vicenda di Marco Giorgetti, ancora direttore del Teatro della Toscana.Da padre padrone piuttosto che da manager, con quegli atteggiamenti che caratterizzano chi è convinto di avere la verità in tasca. Una sorta di deus ex machina. Niente di drammatico se quella casa non fosse una Fondazione finanziata quasi per intero con soldi pubblici, qualcosa come 7 milioni provenienti da Stato, Regione e Comune, e quindi con i soldi dei cittadini che pretendono trasparenza e gestione oculata nelle spese. Sarebbe tutto normale se chi dirige il teatro non venisse lautamente pagato con gli stessi fondi. 🔗Leggi su Lanazione.it

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