Le pillole di Polly | recensione di Inés dell’anima mia di Isabel Allende

Per molti, il Cile è solo un paese lungo e stretto, famoso per la sua produzione di vino e per il fatto di essere attraversato dalle Ande. Tutti conoscono il suo passato recente e ricordano con raccapriccio il terribile colpo di stato che nel ’73 ha rovesciato il legittimo governo democratico di Salvador Allende.In pochi, tuttavia, conoscono la storia della fondazione del Cile; ed è un peccato, perché è stata un’avventura affascinante, intrisa delle lacrime e del sangue della manciata di uomini e di donne che vi parteciparono.Per saperne di più, occorre risalire a circa cinquecento anni fa. All’epoca, la spagnola Inés Suárez non era altro che una giovane sartina analfabeta che non aveva mai messo piede fuori di Plasencia, la cittadina in Estremadura dove era nata e cresciuta.Certo, aveva sentito parlare di alcuni uomini temerari che, sprezzanti del pericolo, avevano lasciato la loro casa e soprattutto la loro moglie per andare alla conquista del Nuovo Mondo, una terra lontana e sconosciuta che era stata scoperta alcuni anni prima da un certo Cristoforo Colombo. 🔗Leggi su Romadailynews.it

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© Romadailynews.it - Le pillole di Polly: recensione di “Inés dell’anima mia” di Isabel Allende

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Le pillole di Polly: recensione di “La catastrofica visita allo zoo”di Joël Dicker - Tra gli esseri umani, più meraviglioso di un bambino può esserci solo un altro bambino. Non uno qualunque però. Uno che ne ha tutte le qualità più belle, ma con qualcosa in più: un bambino speciale.Lo sanno bene i genitori di Joséphine, che quando la figlia è stata abbastanza grande per capire le hanno detto la verità: è una bambina “speciale” e va bene così, perché loro le vogliono bene per quello che è. 🔗Leggi su romadailynews.it

Le pillole di Polly: recensione di “La Malnata” di Beatrice Salvioni - Non è per niente facile avere l’età in cui non si è più una bambina, ma non ancora una ragazza. Questo lo sa bene Francesca, una studentessa di buona famiglia che vive a Monza ai tempi del fascismo. A scuola, la ragazzina è sempre sulle sue. È curiosa e vorrebbe partecipare ai giochi dei suoi compagni ed ascoltare i loro discorsi, ma il suo carattere timido ed introverso gielo impedisce. Dal canto loro, i suoi coetanei si sono talmente tanto abituati a vederla sempre sola che praticamente la considerano una parte integrante della tappezzeria. 🔗Leggi su romadailynews.it