Referendum lavoro perché votare Sì al secondo quesito sul licenziamento nelle piccole imprese
di Alberto Piccinini*Si evidenziano le parole che verrebbero eliminate con l’abrogazione parziale dell’ art. 8 legge 15 luglio 1966 n. 604: Quando risulti accertato che non ricorrono gli estremi del licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, il datore di lavoro è tenuto a riassumere il prestatore di lavoro entro il termine di tre giorni o, in mancanza, a risarcire il danno versandogli un’indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 6 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo al numero dei dipendenti occupati, alle dimensioni dell’impresa, all’anzianità di servizio del prestatore di lavoro, al comportamento e alle condizioni delle parti. La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro. 🔗Ilfattoquotidiano.it

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Referendum su lavoro e cittadinanza: per cosa si vota l’8 e il 9 giugno - Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 gli elettori saranno chiamati a partecipare ai referendum popolari abrogativi su 5 quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. L’8 e 9 giugno 2025 le cittadine e cittadini saranno chiamati a votare per 5 referendum. La Corte costituzionale ha ritenuto ammissibili i 4 quesiti referendari sul […] 🔗2anews.it
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